Renato Padovani
Il SENSO delle pratiche, che presento e offro, si radica nella mia personale esperienza esistenziale.
Girovago nell’esplorazione di pratiche espressive che mi permettano di prendere contatto con i miei frammenti, alla ricerca di forme di equilibrio e di benessere. Ho imparato a comprendere che si tratta di un percorso che non vede punto d’arrivo, ma che offre sempre nuove rivelazioni, possibilità e annunci.
Pongo molta attenzione alla dimensione del mio quotidiano, del mio presente, per tentare di unire i puntini del mio passato, in forme diverse, ma sempre per abbracciare il futuro. Immaginandomi altrimenti.
Negli anni, attraversando le scritture autobiografiche e le pratiche biografiche e filosofiche – da quelle immaginative e simboliche alle corporee, dalle meditative a quelle relazionali – ho fatto esperienza personale delle possibilità espressive e di CURA di me stesso.
Ritrovo nelle parole di Rainer Maria Rilke – “Lettere a un giovane poeta” – il senso profondo delle pratiche che mi impegno a proporre.
"Molti indizi suggeriscono che il futuro entra in noi [...] per trasformarsi in noi, molto prima che accada. E però è tanto importante essere soli e attenti [...]: perché il momento vuoto in apparenza e fisso, in cui il futuro entra in noi, è tanto più vicino alla vita, di quell’altro sonoro e casuale istante in cui esso, come dal di fuori, ci accade. Quanto più calmi, pazienti e aperti noi siamo [...], tanto più profondo e infallibile entra in noi il nuovo, tanto meglio noi ce lo conquistiamo, tanto più sarà esso nostro destino, e noi ci sentiremo, se un giorno più tardi «accadrà» (cioè da noi uscirà verso gli altri) nel più intimo affini e prossimi a lui. E questo è necessario. È necessario – e su questo cammino si svolgerà successivamente il nostro sviluppo, – che nulla ci accada di estraneo, ma solo quanto da lungo tempo ormai ci appartiene. Si sono già dovuti ripensare rovesciando tanti concetti di movimento, si imparerà anche a poco a poco a riconoscere che quello che noi chiamiamo destino esce dagli uomini, non entra in essi da fuori”